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Battaglia delle Nazioni

Sassoferrato, viaggio in una storia senza tempo.

Lucidate le spade, preparate gli scudi, la rievocazione storica della Battaglia delle Nazioni è alle porte!

L’antica Sentinum rinasce dalle sue ceneri ogni ultimo fine settimana di luglio diventa il teatro della Battaglia sanguinaria in cui nel 295 a.C. i Romani affrontarono l’alleanza dei popoli italici. Due campi storici, uno Romano e uno Gallo-Sannita, narrazione della Battaglia, cena romana con piatti tipici dell’epoca, visite guidate e presentazione del nuovo allestimento multimediale. Tutto si svolge al Parco Archeologico Sentinum che per l’occasione si trasforma in un grande villaggio dove vivere il quotidiano degli antichi popoli con aree dedicate alla forgia, alla cucina, al conio, alla tessitura e nel “Castrum Romanum”, con la vita militare e non solo del legionario.

Un’esperienza unica, emozionante per i piccoli ma anche per i grandi! Scopri il programma e prenota le attività!

Venerdì 28 luglio

Dal pomeriggio allestimento accampamenti e possibilità di visita durante tutta la serata (visita libera)

ore 17:00 Palazzo degli Scalzi “La carriera militare del cavaliere C. Etrio Nasone e i rapporti con la sua Sentinum”a cura del Professor Catani

ore 20.00 Cena del Legionario (PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro giovedì 27 luglio ore 20.00) ADULTI €30,00 / MENU BABY €15,00

con piatti tipici dell’epoca. Una tappa del Gran tour delle Marche di Tipicità.
Menù:

  • Antipasto
    Insalata di pane bruscato, cubetti di formaggio pecorino, con olio evo e capperi
    Frittelle di formaggio
    Caciofiore: crostone di pane tostato con miele e formaggio di pecorino romano fuso
    Puls di farro
  • Primo piatto
    Lagana: antica lasagna, con larghe strisce di pasta di acqua e farina con strati di carne e spezie
  • Secondo piatto
    Bocconcini di cinghiale con sedano, carota, cipolla, datteri, cumino, pinoli senape e colatura di alici
    Contorno di erbe selvatiche amare
  • Dolce
    Dulcia simulae: dolce di semolino già cotto con latte, miele pinoli, uova e pepe
  • Pane artolagamus: farina, olio evo, uva passa, mandorle, miele, sapa, pepe e sale
  • Vino bianco e rosso
  • Acqua naturale
  • Menù baby: lasagna con salsiccia e hamburger

INFORMAZIONI IMPORTANTI

  • I tavoli da 8 coperti saranno condivisi tra partecipanti e non esclusivi.
  • Per richieste di gruppo si prega di fare un’unica prenotazione.
  • Per esigenze organizzative e di aderenza storica, non è possibile cambiare la disposizione dei coperti e dei tavoli né è possibile apportare variazioni anche per scelte alimentari-allergie- intolleranze alimentari.
  • I menù baby sono acquistabili solo per bambini fino ai 12 anni.
  • Possono sedere ai tavoli della cena solo coloro che acquistano un pasto della cena.

Durante la serata “A tavola con i Romani: ricette, aneddoti e curiosità sulla cucina dell’Antica Roma”

Durante la serata musica con Sine Tempore Ensemble (Andreina Zatti e Marco Agostinelli)

Sabato 29 luglio

Visita agli accampamenti e attività didattiche a partire dalle 10:00 fino a sera (visita libera)

dalle ore 18.00 street food “Antica Roma”

ore 21:30 “Racconto della Battaglia di Sentinum” – Incontro con lo storico Giuseppe Cascarino

Durante la serata musica con Sine Tempore Ensemble (Giovanni Scaramuzzino, Marco Agostinelli, Piercarlo Fontemagi, Andreina Zatti)

Durante la serata animazione e musica con il gruppo di danze storiche “Quam Pulchra es”

Domenica 30 luglio

ore 21:30 concerto dei “Brutti di fosco” Celtic Power – Marche (GRATUITO con PRENOTAZIONE CONSIGLIATA )

 

TUTTE LE ATTIVITA’ SONO GRATUTITE ECCETTO LE VISITE GUIDATE E LA CENA DEL LEGIONARIO.

Visite guidate al Parco archeologico di Sentinum (su prenotazione)

Venerdì 28 luglio ore 18.00 – 19.00

Sabato 29 luglio ore 9.30 – 11.00 – 17.00 – 18.00 – 19.00

Domenica 30 luglio ore 11.00 – 18.00 – 19.30


 

INFO Punto I.A.T. Sassoferrato

0732956257 / 3337300890

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CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DELLE NAZIONI 295 a.C.

Verso la “Battaglia del Sentino”

Nel 295 a.C. nell’agrum Sentinas (territorio sentinate) fu combattuta una memorabile battaglia. In quegli anni Roma era impegnata nella terza Guerra Sannitica, che sarebbe giusto ricordare come prima Guerra Italica, dato che non fu combattuta contro i soli Sanniti, ma coinvolse le popolazioni dell’Italia centro-meridionale che si trovarono per la prima volta unite con i Romani o contro il “pericolo romano”. I Sanniti erano già dal 302 a.C. in guerra coi Romani nel territorio della Lucania, mentre gli Umbri avevano visto fondare nel proprio territorio nel 299 a.C. la colonia latina di Narnia (Narni). Le città etrusche dal canto loro erano minacciate nei propri interessi commerciali. Umbri ed Etruschi avevano quindi buoni motivi per temere di dover rinunciare all’indipendenza, mentre i Galli Senoni vedevano addirittura in pericolo la propria esistenza. Stratega della federazione antiromana fu il capo sannita Gellio Egnazio. I Piceni invece, abitatori delle Marche centro-meridionali, nel 299 a.C. stipularono un’alleanza coi Romani, forse perché nutrivano avversione nei confronti dei Galli.

Il Senato affidò ai consoli Quinto Fabio Massimo Rulliano e Publio Decio Mure il comando di quattro legioni per affrontare l’esercito dei nemici e obbligarli alla battaglia. Dopo uno scontro nei pressi di Chiusi, gli eserciti si spostarono sul versante orientale dell’Appennino. Fabio riuscì ad infrangere la compattezza degli avversari, costringendo Etruschi ed Umbri a tornare verso Chiusi e le aree interne, nel frattempo attaccate dai Romani. Così, a fronteggiarsi sul campo di battaglia in un caldo giorno d’estate, rimasero da una parte i Romani con i loro alleati Latini, Campani e alcune tribù sabelliche, mentre dall’altra i Sanniti e i Galli Senoni.

Gli eserciti in campo

La legione romana in quest’epoca era composta da una falange di circa 3.000 opliti cui si aggiungeva la cavalleria e la fanteria leggera. E’ probabile che per la battaglia del Sentino la formazione fosse schierata con un’organizzazione manipolare, composta da unità piccole e mobili che si disponevano a scacchiera sul terreno.

La prima linea era composta da dieci manipoli di hastati, ognuno con 120 fanti divisi in due serrate centurie. La seconda linea era quella dei principes identici per numero ai fanti della prima linea, ma disposti in file più aperte. L’ultima linea era costituita dai triarii, i soldati veterani, sempre divisi in dieci manipoli però di 60 fanti ognuno. Ogni manipolo era preceduto da un numero variabile di velites, fanti armati alla leggera che disturbavano il nemico con lanci di giavellotti e ghiande-missile. A fianco della legione si disponevano dieci turmae di cavalieri. Accanto ai cittadini romani, sulle ali esterne dello schieramento stavano gli alleati. Ogni console aveva il comando supremo di due legioni.

In questa battaglia è quindi probabile che i Romani schierarono quattro legioni di 4.200 fanti e 300 cavalieri ognuna, più un numero di fanti alleati ancora superiore insieme a 1.000 soldati campani a cavallo, per un totale di circa 40.000 uomini in campo.

Dall’altra parte c’era un numero superiore di Sanniti e Galli Senoni. I Sanniti adottavano una tattica manipolare simile a quella romana e schieravano anche la legio linteata, un corpo d’elite che indossava tuniche di lino bianco e portava scudi coperti d’argento. I Galli si disponevano invece senza formazione fissa e, oltre ad un armamento d’avanguardia, potevano disporre di cavalleria e carri da guerra con cui spostarsi sul terreno di battaglia.

La battaglia

Narra la leggenda che, prima della battaglia, davanti alle truppe comparve una cerva inseguita da un lupo: la cerva si diresse verso i Galli che la trafissero, mentre il lupo corse verso le fila romane dove fu accolto come un messaggero del favore degli dei.

Alla sinistra dello schieramento Decio si trovò di fronte i Galli, mentre Fabio si scontrò coi Sanniti. La tattica cauta di Fabio portò allo sfondamento del fronte nemico, mentre l’irruenza di Decio mise in seria difficoltà le legioni, che furono salvate dal soccorso del collega e da un gesto rimasto famoso: Decio Mure, mettendo in atto un antico rituale, la devotio, votò sé stesso agli dei inferi pregando di trascinarsi dietro i nemici. Così, disarmato, si gettò nel mezzo della mischia e si fece uccidere. I Romani conseguirono una netta vittoria, infliggendo ai nemici 25.000 morti e 8.000 prigionieri. Decio rimase nella memoria del popolo romano per la sua suprema abnegazione e la Battaglia del Sentino cambiò le sorti della penisola, aprendo a Roma la conquista dell’Italia centro-settentrionale.

La battaglia si svolse probabilmente su un terreno semipianeggiante nei pressi del fiume Sentino, da cui poi avrebbe preso il nome la città romana. Secondo Paolo Sommella, l’accampamento romano si sarebbe trovato nella zona di Stavellina, mentre quello avversario tra Monterosso e Civitalba e la pianura nel mezzo, percorsa dal torrente Sanguerone, avrebbe visto lo svolgimento dello scontro.

Altre ipotesi sono state fatte per identificare il sito; recentemente Giulio Firpo, stravolgendo le tesi tradizionali, ha proposto il “piano del Sentino” nel comune di Rapolano, in Toscana, nel cuore dell’Etruria.

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