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Icona di San Demetrio

Sassoferrato, viaggio in una storia senza tempo.

Icona di S. Demetrio, preziosa opera d’arte bizantina risalente al XIV secolo, si tratta di un piccolo mosaico portatile su supporto ligneo, realizzato con piccolissime tessere di rame, piombo, pietre preziose, semipreziose e marmi, inserito in una cornice in lamina d’argento dorata lavorata a sbalzo di epoca posteriore.
Nella parte alta e centrale della cornice è alloggiata una piccola ampolla in piombo contenente, secondo quanto riporta un’iscrizione in greco, “il sacro balsamo, che viene dal pozzo in cui il corpo del divino Demetrio, battezzato con unguento fragrante, giace lasciandolo sgorgare e facendo miracoli per tutto l’universo e per i fedeli”.
Il balsamo in questione, detto myron, fa parte della leggenda di San Demetrio, un santo particolarmente venerato in Oriente: si narra infatti che il balsamo sgorgasse dalla sua tomba a Tessalonica e che avesse proprietà miracolose. Il mosaico rappresenta il Santo, che visse fra il III e il IV secolo, in tenuta da guerriero e armato di lancia e scudo con leone rampante su sfondo blu, simboli del suo ruolo nella salvezza di Tessalonica, minacciata dagli Avari e dagli Slavi.
La figura di San Demetrio, rimarchevole per l’accuratezza dei dettagli e per l’eleganza della posa, appare coerente con analoghi modelli del periodo dei Paleologi. La parte bassa della cornice riporta alcune iscrizioni in greco antico: sulla sinistra O AGIOS (il Santo) e sulla destra [DH] MH [?] TRIO[S] (Demetrios), mentre l’ampolla riporta sul recto O A DM (San Demetrios) e sul verso H AGIA QEODORA (Santa Teodora). Sul lato destro della cornice quattro figure romboidali, formate da una serie di lettere greche, contengono l’indicazione delle reliquie del Santo, mentre nella sezione sinistra, ora scomparsa, le lettere dei rombi compongono una preghiera rivolta a San Demetrio da parte dell’imperatore Giustiniano. La rarità del prezioso manufatto risiede nella raffinata e laboriosissima tecnica di lavorazione e nel fatto che gli oggetti di questo tipo conobbero una produzione estremamente limitata.
La storia dell’Icona di San Demetrio è lunga e avventurosa: realizzata da artigiani della corte di Costantinopoli, pare 11, venne offerta in dono al Cardinale Bessarione dalla delegazione orientale durante il Concilio di Ferrara-Firenze (1438-1439), per essere in seguito donata dallo stesso Cardinale al suo segretario particolare, Monsignor Nicolò Perotti da Sassoferrato, il quale nel 1472 la offrì alla sua città natale, dove fu collocata in un primo tempo nel Monastero di Santa Chiara e successivamente presa in custodia dal Municipio nel 1861, insieme ad altri reliquiari della Collezione Perotti.
Rubata nel 1894 con tutta la raccolta e recuperata nel 1895 dopo aver subito notevoli mutilazioni, fu esposta nel Museo Civico, nella prima vetrina della Sala Perottiana, per essere in seguito restaurata a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e sottoposta all’indagine col carbonio 14 per stabilirne la datazione.
Fra le varie esposizioni c'è quella del 2004 al Metropolitan Museum of Art di New York, in occasione della mostra “Bisanzio: La fede e il potere”.